lo zen e l'arte del volo in paramotore
Ho dormito un sonno profondo, di fianco alla vela ed al motore, che ho portato con me al coperto per ripararli dall’umidità.
Mi sono svegliato con il chiodo fisso di mettere l’olio nel serbatoio: ho fatto benzina direttamente dalla pompa, poi sono andato a cena e non volevo fare aspettare nessuno, partire senza olio vorrebbe dire buttare via il motore, oltre ad una meritata figuraccia.
Mi sveglio tardi, alle sette e mezza, ma dovevo riposare. Conosco il figlio dell’ingegner Groppo, beviamo un caffè, mi illustra sul percorso e controvoglia devo salutarlo di corsa.
C’è un filo di vento, la vela si alza subito, poca corsa e il motore a manetta canta. Controllo che sia tutto ok, passo sopra al signor Groppo che allarga entrambe le braccia in un saluto che sembra un abbraccio.
Il Po è a pochi chilometri, l’aria è calma. Osservo, fotografo, so di essere in un punto…
View original post 197 altre parole